Il periodo post laurea

come lo avete vissuto?

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  1. massimozanardi
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    Ciao a tutti ragazzi!

    E' passato ormai qualche mese (3 per l'esattezza) dal giorno in cui ho conseguito la laurea triennale in economia e commercio; pur essendomi iscritto alla magistrale, sono alla ricerca di un impiego soddisfacente...ma la realtà appare alquanto amara.
    Dopo l'entusiasmo e la soddisfazione di un titolo preso a pieni voti, a fronte di possibilità di lavoro (di qualsiasi livello purché attinente a ciò che ho studiato) pressoché nulle, inizio a dubitare sul valore della laurea...è ancora da considerarsi un buon investimento? Si sarebbero potute fare scelte diverse?

    Qual è stata la vostra esperienza al riguardo?
     
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  2. cubalibre
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    disoccupato come te da tre mesi...
     
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    la laurea triennale serve a meno di zero, minimo la vecchia 5 anni ti serve, almeno inglese e possibilmente arabo e vai all'estero a lavorare. barcollo_ma_non_mollo
     
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    La triennale è d'obbligo anche per fare l'impiegato e non è solo un investimento dal punto di vista lavorativo.

    La specialistica e soprattutto master ti potrebbero aprire le porte per un bello stage semestrale a 200€ mensili.
    Non demordere.

    Non è colpa della crisi del sistema della crescita e non è colpa degli equilibri del mercato del lavoro ormai andati in frantumi, è solo tua.
    Sei tu uno sfigato ad aver fatto solo 3 anni.... quando con una magistrale saresti diventato un manager in global resource seeking.

    A parte le sterili considerazioni..
    Tieni duro Massimo. Hai fatto la scelta giusta.
    Devi solo attendere il momento più opportuno.

     
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  5. 2bad
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    Studiare è sempre un buon investimento. Se non avessi studiato saresti stato costretto a fare un lavoro di manovalanza che, nonostante la facile retorica che si sente in giro tipo "il lavoro nobilita etc", fa veramente schifo. Non solo per i bassi guadagni ma anche per l'alienazione che comporta il fare sempre le stesse cose con conseguente sciupìo dell' intelletto. Dunque la tua scelta è giusta.
    La mia esperienza è che nonostante la laurea magistrale i guadagni in italia sono da fame: ma vuoi mettere vestirsi in giacca e cravatta con la 24ore piuttosto che una sporca tuta da meccanico?
    Tornando seri, se avessi potuto fare scelte diverse mi sarei specializzato all'estero: paesi nordeuropei, canada o u.s.a. Fossi in te, ovvero un "giovane", scapperei all'istante. Se hai meno di 30 anni ci sono molte agevolazioni burocratiche ed è più facile adattarsi ad una nuova cultura. Pensaci.
     
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    2 bad il tuo commento l'ho trovato classista e di cattivo gusto anche se io ho una laurea e un dottorato non mi sento per nulla superiore a chi fa il meccanico o il fruttivendolo e lo fa mettendoci passione ed impegno.
    Nella mia lunga esperienza lavorativa ho conosciuto multimiliardiari ed anche l'uomo più ricco del mondo ma gli insegnamenti più grandi li ho avuti da persone che umilmente svolgono lavori di "manovalanza" come tu li chiami.
     
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  7. dogue66
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    Quoto Bola,anchio son manutentore meccanico e mi sento offeso,potrai portare giacca e cravatta,ma ricorda quello che conta è il cervello di una persona,l'umiltà s ed il rispetto sopratutto!!!
     
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  8. massimozanardi
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    CITAZIONE (boroz @ 26/5/2012, 23:58) 
    la laurea triennale serve a meno di zero, minimo la vecchia 5 anni ti serve, barcollo_ma_non_mollo

    Caro boroz, la realtà è che la triennale di oggi (ordinamento decreto del '99) prevedeva più esami della vecchia unica laurea in economia, che era di 4 anni.
    Insomma molti più esami in meno tempo...

    Il mio obiettivo è concludere con la magistrale per una semplice questione di cultura, quello che studio mi piace ed altri due anni potrebbero senz'altro migliorarmi in termini di conoscenze...
    Il dubbio sorge sull'utilità ai fini lavorativi ahimè...

    Mi sa, mi sa che alla fine mi ritroverò a seguire l'opzione (passione) che ai tempi della scelta delle scuole superiori avevo scartato...fare il pittore/disegnatore :lol: con conseguente rinuncia alla "giacca e cravatta"...il che non mi dispiacerebbe comunque...qualsiasi lavoro ha la sua totale dignità...
     
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  9. 2bad
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    Il mio commento non è classista: è la società ad esserlo. In italia o negli U.S.A., ad. es., è fortissimo il razzismo intellettuale verso coloro che svolgono i lavori più umili - non così in germania o nei paesi del nord europa. È giusto?È sbagliato? È così. Io non ho espresso nessun giudizio di valore, mi sono limitato a fotografare la situazione - non ve la prendete con me, non sentitevi offesi per carità!

    Nella mia breve esperienza ho lavorato per un uomo molto ricco che mi ha insegnato tante cose mentre gli umili e gli oppressi che ho incontrato non hanno fatto altro che vomitare il loro risentimento - giusto?sbagliato? è andata così...- oppure mi hanno detto "studia che la vita è dura!".

    Per me essere istruiti non significa sentirsi superiori ma semplicemente più fortunati, in molti sensi. Ricordo un mio compagno di classe delle medie che era un capra ma era bravissimo a riparare le motociclette. Ha trovato la sua via facendo il meccanico, e lo rispetto per questo - se avesse proseguito gli studi sarebbe stato fallimentare - ma il punto è un'altro: molti dei lavori di manovalanza (si chiamano così) fanno schifo e chi li svolge è costretto dalla necessità.

    Coloro che di lavoro spurgano le fosse biologiche, ad, es., non credo lo facciano con impegno e passione, idem per quelli che puliscono i treni, e che ne so io, la lista è lunghissima...

    > quello che conta è il cervello etc.
    Certo, ma dopo 8 ore passate in una fabbrica non si ha molta voglia di allenarlo, il cervello. Diverso è il caso di chi viene pagato per continuare ad istruirsi, di chi è costretto ad "allenare" il cervello. Se un giovane dubita sulla opportunità-utilità di proseguire gli studi è più onesto dirgli come stanno le cose: Umiltà e rispetto non c'entrano niente col mio discorso.
     
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  10. tony.x
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    Quoto totalmente Bola e Dogue.


    ll razzismo intellettuale verso chi svolge lavori umili è segno di grande ignoranza e ti risparmio quello che vorrei aggiungere.

    Se scrivi che nel tuo discorso umiltà e rispetto non c'entrano ma poi scrivi che molte persone magari sono costrette dalle necessità a fare alcuni tipi di lavori ti rispondo che proprio in quelle persone risiede l'umiltà più grande e che possono permettersi di camminare a testa alta allo stesso modo di una persona laureata.
    Ma poi chi è che stabilisce quali sono i lavori "umili" e non ?
    Sono nauseato da questo termine e concordo con quanto scritto da Massimo "qualsiasi lavoro ha la sua totale dignità".

    Ho avuto l'onore di conoscere gente con appena la terza media che è stata in grado con grandi sacrifici di creare qualcosa di importante da zero....perchè zero avevano all'inizio.
    Così come conosco laureati che spesso si sono comprati il pezzo di carta con i soldi di papà e che non capiscono una mazza.
    E' scontato che questi esempi non valgono per tutti ma questo solo per dirti che non sono una laurea, una 24h o tornare a casa con le mani sporche e doloranti a fare la differenza tra un grande uomo e non.


    T.



    Edited by tony.x - 28/5/2012, 21:52
     
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  11. PEGASUS 01
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    Piu' che la laurea triennale o magistrale..contano soprattutto altri fattori,come la personalità e l'impegno!
    Un mio amico ha conseguito una laurea triennale in disegno, una robetta da 4 soldi potrà dire qualcuno...eppure dopo un pò di gavetta lavora per un'importante casa automobilistica e ha surclassato ingegneri di più vecchia data!
    Risultato? Si porta a casa 2500 euro mensili + affitto di 900 euro totalmente rimborsati dall'azienda,un'alfa 159 da usare gratis + un tel con chiamate illimitate verso tutti.
    Si è laureato nel 2005, non è che parlo di chissà quanto tempo fà!
    Massimo rispetto inoltre per chi fa lavori manovali,mio papà che era un "umile lavoratore" mi ha insegnato piu' di qualsiasi facoltà universitaria ed ha costruito, in tutti i sensi,quello che io non riuscirò a fare neppure avessi da spendere altre 10 vite.
    Senti a me 2bad sei un pò malato di fantasia...le persone non si giudicano o si discriminano dal posto di lavoro!

    Edited by PEGASUS 01 - 28/5/2012, 23:05
     
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  12. dogue66
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    CITAZIONE (2bad @ 28/5/2012, 20:11) 
    Il mio commento non è classista: è la società ad esserlo. In italia o negli U.S.A., ad. es., è fortissimo il razzismo intellettuale verso coloro che svolgono i lavori più umili - non così in germania o nei paesi del nord europa. È giusto?È sbagliato? È così. Io non ho espresso nessun giudizio di valore, mi sono limitato a fotografare la situazione - non ve la prendete con me, non sentitevi offesi per carità!

    Nella mia breve esperienza ho lavorato per un uomo molto ricco che mi ha insegnato tante cose mentre gli umili e gli oppressi che ho incontrato non hanno fatto altro che vomitare il loro risentimento - giusto?sbagliato? è andata così...- oppure mi hanno detto "studia che la vita è dura!".

    Per me essere istruiti non significa sentirsi superiori ma semplicemente più fortunati, in molti sensi. Ricordo un mio compagno di classe delle medie che era un capra ma era bravissimo a riparare le motociclette. Ha trovato la sua via facendo il meccanico, e lo rispetto per questo - se avesse proseguito gli studi sarebbe stato fallimentare - ma il punto è un'altro: molti dei lavori di manovalanza (si chiamano così) fanno schifo e chi li svolge è costretto dalla necessità.

    Coloro che di lavoro spurgano le fosse biologiche, ad, es., non credo lo facciano con impegno e passione, idem per quelli che puliscono i treni, e che ne so io, la lista è lunghissima...

    > quello che conta è il cervello etc.
    Certo, ma dopo 8 ore passate in una fabbrica non si ha molta voglia di allenarlo, il cervello. Diverso è il caso di chi viene pagato per continuare ad istruirsi, di chi è costretto ad "allenare" il cervello. Se un giovane dubita sulla opportunità-utilità di proseguire gli studi è più onesto dirgli come stanno le cose: Umiltà e rispetto non c'entrano niente col mio discorso.

    Non meriti risposta,ti ho già detto tutto in 3 parole,dimostri di avere una giustificazione ad ognuna,ma non divulgo ancora tempo prezioso con le persone presuntuose come te...
    Nonostante tutto ciò ti rispetto...
     
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  13. 2bad
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    Non so se sono io che non riesco a spiegarmi oppure se il c.d. 'politicamente corretto' impedisce a chi mi critica di focalizzare il senso del mio intervento.

    > ll razzismo intellettuale verso chi svolge lavori umili è segno di grande ignoranza

    Ben detto, infatti non sono una apologeta di nessun tipo di razzismo; però questo tipo di ignoranza è assai diffuso e io stesso ne sono stato vittima. Al di là delle dichiarazioni di principio gli uomini non sono uguali: la società ha una costruzione piramidale: c'è chi sta sempre un gradino sopra e chi si trova alla base se la passa male.

    > Ma poi chi è che stabilisce quali sono i lavori "umili" e non ?
    Il mercato. I lavori mal pagati che nessuno vuole fare sono i c.d. lavori umili.
    Non capisco la tua nausea: si tratta di un aggettivo qualificativo.

    Umiltà e rispetto non c'entrano col mio discorso perché sono qualità che si riferiscono alle persone. Per essere chiari: il dott. Fabio Rinaldi dermatologo etc. è una xxxxxx, un contadino onesto è più rispettabile di un qualsiasi politicante, etc.

    Però la retorica sui poveri è falsa e nel tono somiglia al discorso sul buon selvaggio di Rousseau. Frequento per lavoro tutte le classi sociali e purtroppo dove c'è miseria economica c'è anche miseria intellettuale, con tutte le degenerazioni che questo comporta: ignoranza, razzismo, odio sociale, e tante altre cose pessime.

    Insomma, per me, affermare che tutti i lavori sono uguali è una mancanza di rispetto, di onestà e di umiltà proprio verso coloro che si spaccano letteralmente la schiena per portare a casa un tozzo di pane.
    Fare l'avvocato non è come fare il muratore. Chi lo afferma vuole solo per prendersi un facile applauso senza sapere quel che dice: ma c'avete mai parlato con un muratore?
     
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  14. PEGASUS 01
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    CITAZIONE (2bad @ 28/5/2012, 23:05) 
    Non so se sono io che non riesco a spiegarmi oppure se il c.d. 'politicamente corretto' impedisce a chi mi critica di focalizzare il senso del mio intervento.

    > ll razzismo intellettuale verso chi svolge lavori umili è segno di grande ignoranza

    Ben detto, infatti non sono una apologeta di nessun tipo di razzismo; però questo tipo di ignoranza è assai diffuso e io stesso ne sono stato vittima. Al di là delle dichiarazioni di principio gli uomini non sono uguali: la società ha una costruzione piramidale: c'è chi sta sempre un gradino sopra e chi si trova alla base se la passa male.

    > Ma poi chi è che stabilisce quali sono i lavori "umili" e non ?
    Il mercato. I lavori mal pagati che nessuno vuole fare sono i c.d. lavori umili.
    Non capisco la tua nausea: si tratta di un aggettivo qualificativo.

    Umiltà e rispetto non c'entrano col mio discorso perché sono qualità che si riferiscono alle persone. Per essere chiari: il dott. Fabio Rinaldi dermatologo etc. è una xxxxxx, un contadino onesto è più rispettabile di un qualsiasi politicante, etc.

    Però la retorica sui poveri è falsa e nel tono somiglia al discorso sul buon selvaggio di Rousseau. Frequento per lavoro tutte le classi sociali e purtroppo dove c'è miseria economica c'è anche miseria intellettuale, con tutte le degenerazioni che questo comporta: ignoranza, razzismo, odio sociale, e tante altre cose pessime.

    Insomma, per me, affermare che tutti i lavori sono uguali è una mancanza di rispetto, di onestà e di umiltà proprio verso coloro che si spaccano letteralmente la schiena per portare a casa un tozzo di pane.
    Fare l'avvocato non è come fare il muratore. Chi lo afferma vuole solo per prendersi un facile applauso senza sapere quel che dice: ma c'avete mai parlato con un muratore?

    Non so se ti rendi conto delle contraddizioni che esprimi..
    Vediamo un pò,secondo te chi è in diffciltà economiche ( proprio non ce la faccio a scrivere miseria) è ignorante,razzista,odia la società, e tanto altro ancora..poi però parli di rispetto verso chi si spezza la schiena.

    Ma poi chi ha mai detto che tutti i lavori sono uguali???!!!
    I lavori sono diversi, e ci mancherebbe, ma non sono loro a qualificare una persona ma è esattamente l'opposto!
    Sono nauseato da quello che leggo, mi dai il voltastomaco e se proprio vuoi citare Rousseau impara prima a scrivere in Italiano, "un'altro" è un errore che il mio meccanico non farebbe!

     
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  15. 2bad
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    infatti gli errori grammaticali si sprecano..pò non si scrive così ma così: po', vabbè..

    Il rispetto non dipende dal lavoro che uno svolge, ma dalla persona che si è. Il punto è un altro: alcuni lavori sono pessimi perché sono mal pagati, sacrificanti, usuranti, e, spesso, chi li svolge si incattivisce (a ragione aggiungo io)
    È una cosa così evidente che le obiezioni mi paiono disoneste. Una volta all'università parlai con un muratore che si lamentava di tutto (lavorava al freddo col martello pneumatico) e io, nella mia ingenuità, gli esposi tutta la manfrina sulla dignità del lavoro etc. e giustamente mi mandò affanculo.

    Per tornare in tema dico a zanardi che ha fatto bene a studiare, e di continuare a farlo. Non solo, ma la vera conoscenza delle cose prescinde dai titoli che si accumulano, anche se questi sono necessari, perché se non hai titoli è grande il rischio di trovarti a fare un mestiere umile e di mandare affanculo, con tutte le ragioni, chi dice che prendere in mano una penna e come prendere in mano un martello pneumatico.
    Non c'entrano dignità e rispetto: è la descrizione della realtà che è nauseante. Io mi sono limitato ad osservarla e a capirla.
     
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58 replies since 25/5/2012, 17:04   1504 views
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