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Ciao ragazzi,
torno a scrivere sul forum dopo anni di assenza e, soprattutto, dopo aver fatto il mio primo trapianto nel 2018 con il Dr. Hasson e dopo avere avuto una bruttissima esperienza recentemente, di cui vi racconto qui a seguire. Cercherò di essere il più breve possibile.
Questo il link alla mia cartella clinica:
https://bellicapelli.forumfree.it/?t=75553165
Dopo aver consultato il forum per più di un anno, nel 2018 decido per una FUT con il Dr. Hasson.
Nel luglio 2018 lo incontro a Roma. In quell’occasione il Dr. Hasson mi invoglia a fare una FUE, invece che una FUT, dicendo che sono un perfetto candidato per questo genere di trapianto e che lui stesso, fosse stato in me, avrebbe fatto una FUE. Mi convinco e cambio in favore di una FUE.
L’operazione è fissata a settembre 2018. Avviene in due giorni e vengono trapiantati 4322 unità follicolari.
Primo giorno
S:174
D:1588
B:240
Secondo giorno
S:326
D:1750
B:244
Inutile dirvi che è stata una chirurgia estremamente costosa economicamente.
Rientro in Italia, passano i mesi e i capelli crescono, anche se noto che sul lato sinistro mi sembra che crescano in minore quantità. Chiedo al Dr. Hasson se questa è la quantità che si aspettava che crescesse e lui mi risponde di sì, perché l’obbiettivo era darmi una copertura, non potendo darmi troppa densità.
Mando varie foto al Dr. Hasson nei mesi successivi, prima perché mi si formano delle crosticine che non so come togliere, poi perché noto un rossore perdurante. Insomma, tengo il Dr. Hasson aggiornato sugli sviluppi del trapianto inviandogli sempre delle foto.
A giugno 2019 incontro il Dr. Hasson a Roma. Vede i capelli e sembra soddisfatto. Gli chiedo che ho notato che il lato sinistro mi sembra carente e lui mi dice che la minore quantità sul lato sinistro è voluta, perché i capelli di tutti cadono sempre verso un lato che ha una minore quantità (più o meno la spiegazione era stata questa, spero di non essere stato troppo approssimativo). In quella circostanza parliamo di un secondo potenziale trapianto. Mi fa un preventivo e mi dice cosa sarebbe andato a coprire con una seconda chirurgia.
I mesi passano e, come sapete, arriva il covid. Tutto si ferma e io decido di riaprire il capitolo trapianto a fine 2021, in quanto intenzionato a farne un secondo, sempre FUE e sempre con il Dr. Hasson.
La data del secondo trapianto è fissata: giugno 2022.
Si riparte per Vancouver.
Il giorno precedente a quello dell’operazione incontro il Dr. Hasson e vengono definite le zone su cui intervenire, ovvero le zone temporali e il crown.
Arriva il giorno dell’intervento. Sono in clinica. Mi cambio, faccio le foto pre-operazione, discuto nuovamente con il Dr. Hasson dell’operazione e poi due collaboratrici mi rasano i capelli perché si possa cominciare con la chirurgia.
Il Dr. Hasson a quel punto si avvicina, guarda di nuovo lo scalpo, fa una faccia strana, si siede davanti a me e mi dice “Ascolta, mi dispiace ma… Tu hai sviluppato una malattia. Si chiama LPP e sicuramente è venuta fuori in seguito al primo trapianto. Il tuo organismo non ha riconosciuto i tuoi stessi capelli e infatti ci sono dei punti in cui io li avevo trapiantati e adesso non c’è niente, sono spariti. Mi dispiace, non posso farti un trapianto, la malattia potrebbe accentuarsi.”
Io a quel punto entro in una crisi evidente, sono stravolto. Lui continua a parlarmi e dice “Purtroppo a volte succede… Mi dispiace. Succede sempre più spesso e non capisco perché.”.
Poi mi guarda e mi dice “Considereresti l’ipotesi di fare una strip?”. A quel punto, un po’ perplesso gli chiedo “Ma se ho sviluppato questa malattia, non dovrei evitare anche la strip? Perché la FUE no e la strip sì?”. Lui mi guarda e non risponde…
Io ho quasi un mancamento e, dopo essermi ripreso, torno a parlare con il Dr. Hasson per approfondire.
A quel punto fa delle foto, che mostra a me e ad una sua collaboratrice, in cui sostiene che si vedano delle cicatrici. Sono foto che sono state fatte nelle zone dove mancano dei capelli. Dice che si tratta di LPP e non ha senso fare un secondo trapianto perché la malattia potrebbe acuirsi. Poi aggiunge che non potrò fare mai più trapianti e che è dispiaciuto. Dice che dovrò fare una biopsia. Chiedo se è sicuro che si tratti di questa malattia e mi fa cenno di sì con la testa. Aggiunge che mi farà un rimborso della cifra versata.
Dopo la sua diagnosi di LPP mi presenta un membro del suo staff che soffre di questa malattia, facendomi parlare con lei, dicendomi che avrei dovuto fare, come lei, iniezioni di cortisone a vita… La signora in questione mi fa anche vedere delle foto delle sue cicatrici sullo scalpo e mi spiega a cosa sarei andato incontro a causa di questa malattia…
Non vi dico lo sconforto e il malessere, potete immaginarlo.
Sto male e non riesco ad aspettare il volo di rientro già prenotato e non voglio pagare la stanza in albergo ulteriormente, senza motivo. Compro un altro biglietto aereo e torno in Italia. Un salasso economico.
Prenoto una visita da una dermatologa che effettua anche biopsie del cuoio capelluto. Lei mi dice di volermi visitare prima di farmi prenotare la biopsia. Chiede a me di chiedere al Dr. Hasson di indicare, su una foto del mio scalpo, le zone dove lui pensa che siano visibili gli effetti della LPP.
Il Dr. Hasson lo fa e cerchia le zone dove mancano capelli trapiantati (proprio sul lato sinistro, dove avevo lamentato una maggiore carenza, anche durante la visita a Roma). Ne approfitto per chiedere anche al Dr. Hasson se devo aver sviluppato questa malattia recentemente, visto che lui ha avuto modo, diverse volte, di vedere le mie foto e di visitarmi personalmente a Roma nei mesi successivi al trapianto e che, quindi, si sarebbe sicuramente potuto accorgere dello svilupparsi di una patologia del genere. Lui mi conferma che devo averla sviluppata recentemente.
Faccio la visita dalla dermatologa e il responso è che non c’è nessun sintomo della LPP. Fa delle foto con un apparecchio che consente di visionare lo scalpo nei dettagli e non c’è ombra di crosticine o di cicatrici. Dove non ci sono i capelli trapiantati (cioè nelle zone messe in evidenza dal Dr. Hasson) semplicemente… Non ci sono capelli trapiantati. La dermatologa si rifiuta di farmi una biopsia, perché siamo in assenza di sintomi di LPP o di altre patologie diverse dalla alopecia androgenetica e perché non vuole creare una cicatrice sullo scalpo inutilmente.
A quel punto scrivo al Dr. Hasson comunicandogli l’esito della visita.
Il Dr. Hasson risponde dicendo che devo fare una visita con una dermatologa specializzata in capelli e insiste perché io faccia una biopsia.
Gli rispondo dicendo che la dermatologa che mi ha visitato è specializzata in capelli… E a quel punto gli mando una immagine che mette a confronto una foto della mia situazione attuale con una foto scattata a 4 mesi dal primo trapianto. Là dove mancano i capelli adesso, in realtà, mancavano anche dopo vari mesi dal trapianto. A quel punto chiedo “Come mai questi capelli mancavano già all’epoca dell’immediato post-trapianto?”. La risposta è stata che lo sviluppo della malattia LPP è stato immediatamente successivo al trapianto… Contraddicendo la teoria, da lui stesso sostenuta, per cui io avrei sviluppato la malattia solo recentemente… A quel punto chiedo “Ma se ho sviluppato la malattia subito dopo il trapianto, perché non si è accorto dello sviluppo della medesima durante la visita a Roma o durante i mesi in cui gli mandavo le foto perché monitorasse la crescita dei capelli trapiantati?”.
Mi ha risposto che si è potuto accorgere dello sviluppo della malattia solo dopo che mi hanno rasato i capelli.
E io ho osservato “Ma se uno dei sintomi della malattia è la perdita di capelli, come è possibile che non si sia accorto prima che mancavano questi capelli in certe zone? Non penso che dovesse rasarmi a zero per capire che mancavano capelli in certe zone.”. E poi aggiungo che l’altro sintomo che lui aveva notato era la presenza di cicatrici, assolutamente inesistenti all’occhio della dermatologa e anche del mio onestamente… La cute non presenta screpolature, cicatrici o niente del genere.
All’email in cui faccio questa ultima osservazione non ricevo nessuna risposta e ne segue il silenzio più totale.
Mi pare che un altro utente, Minnie, sia andato incontro ad uno stesso esito. Anche Minnie è andato in visita da un dermatologo, o forse più di uno, e tutti si sono rifiutati di fargli una biopsia, consigliatagli dal Dr. Hasson, perché non l’hanno ritenuta necessaria.
Sembra che tutti i dermatologi italiani non siano in grado di diagnosticare quello che il Dr. Hasson è in grado di diagnosticare.
Il Dr. Hasson mi ha diagnosticato la LPP in presenza di due sintomi: l’assenza di capelli trapiantati in alcuni punti (di cui si sarebbe potuto accorgere in tutte le infinite occasioni in cui ha visto le mie foto e mi ha visitato in presenza) e la presenza di cicatrici che non sono visibili neanche al microscopio.
Non si capisce ancora come mai mi abbia poi proposto la strip in sede di secondo trapianto…
Se solo avesse affrontato il problema quando mi ha visitato a Roma o in seguito alla ricezione delle mie foto nel corso degli anni successivi al trapianto mi sarei risparmiato i tantissimi soldi spesi per quest’ultimo viaggio in Canada e mi sarei risparmiato anche il trauma di sentirmi diagnosticata, con estrema sicurezza, una malattia che renderebbe impossibili futuri trapianti.
Penso che a breve manderò delle foto a Bola perché vengano pubblicate, cosicché vi possiate rendere maggiormente conto.
Adesso sto cercando di uscire dallo sconforto di questa brutta vicenda.
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